Uomo politico italiano. Figlio di Pietro, avvocato, fu eletto deputato al
Parlamento nel 1946 ed entrò successivamente a far parte della direzione
del PSI. Favorevole all'assunzione di responsabilità di governo da parte
dei socialisti, entrò a far parte del primo governo di centro-sinistra,
presieduto da Aldo Moro, come ministro della Sanità (dicembre 1963-luglio
1964). Nel secondo governo Moro (1964), fu ministro dei Lavori Pubblici, carica
che conservò anche nel successivo governo Moro (1966-68). A capo della
corrente socialista che da lui prese il nome di "manciniana", dopo la scissione
della destra socialdemocratica nel luglio 1969, assunse la segreteria del
partito che cedette successivamente a De Martino, continuando tuttavia a
conservare un notevole peso politico: nel 1974 diventò ministro della
Cassa per il Mezzogiorno, nel 1976 e 1979 venne rieletto deputato ed
entrò nella commissione difesa. Nel 1985 fu eletto sindaco di Cosenza, ma
si dimise dall'incarico l'anno successivo per protesta contro il blocco di
alcune delibere da parte dell'autorità regionale di controllo. Di nuovo
sindaco con le elezioni del 1993 e del 1997, nel 1999 fu definitivamente
prosciolto dall'accusa di associazione mafiosa (Cosenza 1916-2002).